Oramai uno dei problemi che sono stati riscontrati nel mondo attuale, pieno di glitter e lustrini è la “paura di invecchiare”, il non accettarsi per quello che si è, cercare di modificare i propri difetti. Il non piacersi è uno dei temi che un individuo affronta tutte le mattine davanti allo specchio . La vanità è intrinseca in ogni individuo, chi più e chi meno, il narcisismo ci segue in ogni luogo, ogni materiale riflettente può essere un nostro specchio, al coltello del ristorante, ma noi ci piacciamo cosi come siamo realmente? Gli specchi sono elementi crudeli che ci accompagnano e ingrandiscono ogni minimo difetto all'estremo.
Fortunatamente,
o no, per noi, è stata inventata la chirurgia estetica.
Dalle
statistiche fatte, ma basta anche guardarsi intorno, si può notare
immediatamente che molte più persone cedono al piccolo o grande
ritocco delle mani di un chirurgo, questo grazie a diversi fattori,
i metodi cosmetici sono diventati più sofisticati e meno invasivi,
grazie a questo le operazioni, al giorno d'oggi, sono meno dolorose
di una volta e il risultato migliore, sia dal punto di vista estetico
che psichico, le guarigioni sono molto più rapide, le soglie del
dolore più sopportabili e le cicatrici post-operatorie meno
visibili, o addirittura invisibili. Gli ambulatori di chirurgia
estetica sono ormai diventati una fabbrica di sogni, perchè con
l'abbassamento dei prezzi delle operazioni, ricorrere al
miglioramento è accessibile ad un vasto pubblico e non solo ai ceti
benestanti.
Il
target dei pazienti che ricorrono alla chirurgia estetica è cambiato
nel corso degli anni, ora anche i giovani ed i giovanissimi fanno
visita dal chirurgo, per somigliare, migliorare, modificare se
stessi.
Le
tecniche della chirurgia plastica sono in continua evoluzione,
aggiornamento e miglioramento.
In
questo articolo vi volevo presentare una collezione di abiti,
presentata per la sua tesi, di una mia amica, ed ex collega di
lavoro, Marta Ascenzi.
Una collezione che si basa sull'ossessione di
ringiovanimento e di mutazione corporea, con sei outif creati, Marta
ha tentato di sviluppare, temporalmente, le varie fasi evolutive del
processo di riconquista della gioventù, tramite la chirurgia
estetica.
ABITO
Pre-Operatorio GRASSO:
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Per
rappresentare la pelle “cadente” del corpo, Marta per la
realizzazione di questo abito, ha utilizzato diverse tipologie di
lane, queste lavorate ai ferri, come le nonne insegnano. Questo
abito, un assemblo di pezze simili, da origine al capo, creando così
un abito “decadente”, questo termine viene coniato per la perdita
di consistenza che la vecchiaia può dare alle pelle, cosi da
originare un corpo “flaccido” e inerme.
ABITO
Pre-Operatorio RUGA:
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L'abito
“ruga” non è nient'altro che un capo d'abbigliamento creato per
ridicolizzare la fobia dell'essere umano nei confronti
dell'invecchiamento, che ogni giorno si appropria di una piccola
parte di corpo. Il capo in questione è l'esaltazione della
senescenza, un modo per vincerla, indossarla prima che arrivi lei.
ABITO
Post-Operatorio GARZE:
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La
seconda fase evolutiva della collezione è la fase “operatoria”,
la creazione di un capo con i segni chirurgici che il medico crea sul
paziente per segnare la zona da “correggere”, dopodichè c'è la
fase “post-operatoria” con un abito ispirato ai pressi che
vengono utilizzati per sostenere il corpo e un altro abito alle
fasciature con garze chirurgiche.
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L'ultimo capo della collezione fa
riferimento al desiderio di perfezione, ma che molte volte può
tramutarsi in imperfezione, i pazienti che subiscono operazioni
chirurgiche spesso si trasformano in una sorta di Frankeinstein e
quindi il “risultato finale” è un sogno che non si realizza!!
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Un
consiglio? Avete deciso di intervenire chirurgicamente sul vostro
corpo? Affidatevi a professionisti e diffidate dai prezzi troppo
bassi!!
RINGRAZIO MARTA ASCENZI PER LA SUA COLLABORAZIONE E LA CONCESSIONE DELLE FOTO!
MARIANNA for PLUMAGE ARTIST ©